In questa rubrica vi presenteremo 5 pedali TOP , pedali che qualcuno scoprirà per la prima volta o che magari già conoscete ma qui approfondiremo le loro origini e caratteristiche. 
Il primo della serie è il JHS MUFFULETTA GREEN, un’antologia del meglio dei suoni del fuzz più famoso al mondo.


Si potrebbe parlare dell’istrionico Mike Matthews, tastierista ed ingegnere elettronico catapultato nell’uragano Electro Harmonix dalle proprie idee, più che dalla pura vision imprenditoriale. Potremmo discutere per ore di versioni, annate, componentistica, luoghi di produzione e chi più ne ha più ne metta.
Partire magari da Gilmour, da Santana o da Hendrix, fino ad arrivare al Grunge e ai Muse. Ogni Pedal Nerd che si rispetti ha il proprio modo di raccontare il Big Muff, uno di quei quattro cinque pedali il cui nome fa sempre rima con “storia”, e il Gran Visir dei super-nerd di oltre oceano Josh Scott lo fa come gli riesce meglio: realizzando con la sua JHS Pedals l’enciclopedia definitiva del Big Muff, il Muffuletta.
Non chiamatelo pedale, il Muffuletta (lasciatemelo dire: in americano sta parola suonerà pure bene, ma in italiano è terribbbile!) è un vero e proprio Bignami di storia.
Un’antologia del meglio dei suoni del fuzz più famoso al mondo, a partire da fine ’60 del secolo scorso fino ai giorni nostri, con i circuiti originali fedelmente riprodotti e ingegnerizzati per stare dentro ad un unico, compatto chassis.
E’ un viaggio alla scoperta di un sound che si è evoluto nell’arco di 50 anni, senza perdere nemmeno un’ombra del proprio smalto iniziale, ma rimanendo sempre saldo nelle pedaliere dei musicisti di qualunque stile ed estrazione col suo sustain tipico e l’approccio ruvido e radicale, fondamentalmente scorretto.
Se mai Marzullo dovesse chiedervi perché scegliere un Big Muff quando puoi averli tutti?
Rispondetegli soltanto ‘Muffuletta’, lui capirà!

UNO UGUALE SEI
Nella tua pedaliera quanti pedali ci stanno nello spazio di uno smartphone? Se la ragione dice UNO, la passione per il Muff che trasuda dal progetto Muffuletta dice SEI. In 12 x 6,5 x 4 cm sono racchiuse sei delle versioni più iconiche e ricercate del pedale, alcune ormai introvabili se non a prezzi a dir poco insani, i cui circuiti sono stati replicati point-to-point da quei geniacci di JHS, per offrirti l’esperienza sonora definitiva sull’argomento. Non cloni, ma repliche vere e proprie mutuate dalla vivisezione dei pedali originali, frutto di anni di ricerca e una montagna di soldi spesi nell’impressionante collezione di Mr. Josh Scott, nonché dalla capacità di ingegnerizzare un progetto tanto ambizioso.i pedali collegati a valle.

BACK TO THE FUTURE
A partire dal mitologico Triangle Muff di fine ’60 fino ad arrivare all’ormai celebre JHS Mod del pedale, con tutto quello che c’è nel mezzo, il selettore a sei scatti in basso a destra è un parente stretto dello Zemeckisiano “Flusso Canalizzatore”, che ti permetterà di viaggiare nel tempo e nello spazio, alla ricerca di suoni classici e altri che ancora non sanno di esserlo. Nessun bisogno di una Delorean a 88 miglia orarie o di 1 e 21 gigowatt, bastano pollice e indice per ripercorrere le tappe fondamentali di uno dei pedali più registrati della storia della musica: sui dischi dei Pink Floyd come degli Samshing Pumpkins, su quelli dei Thin Lizzy come dei NOFX o dei Mogwai, nessuno è rimasto immune al canto di questa sirena newyorkese.

TRE MANOPOLE
Il progetto del Muffuletta è veramente complesso: riuscire a mettere in un unico pedale i sei circuiti completamente indipendenti di cui è composto, con tutte le pecularità di ciascuno, farli suonare a dovere e non costringere il musicista a prendere una laurea in astrofisica per utilizzarlo, hanno rappresentato una sfida estenuante persino per gente skillata come quelli di JHS. Eppure tanta complessità si traduce in un esperienza di utilizzo dall’immediatezza disarmante. Le tre manopole Tono, Sustain e Volume, come da tradizione Muff, e un selettore rotativo a sei posizioni, quante sono le versioni disponibili. Come dicono gli Americani ‘no frills’, nulla più dello stretto necessario.

UN PO’ DI STORIA
Josh Scott aveva un sogno: quello di progettare e costruire effetti a pedale che spiccassero, per caratteristiche e qualità, sulla proposta di un mercato decisamente sovraffolato. Tutto è cominciato nel 2007 dalla semplice riparazione casalinga di un Blues Driver, fino ad evolversi in ciò che oggi è diventata la JHS Pedals: un’azienda riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo, costruita ad immagine e somiglianza di uno dei più grandi Pedal-Nerd della storia! Gli anni passati in tour a suonare e armeggiare con ogni sorta di strumentazione elettronica, sono valsi a Josh una profonda conoscenza di ciò che il musicista cerca e vuole, nella propria pedaliera, conoscenza nella quale gli stompbox JHS affondano le proprie radici concettuali. Quando parliamo di JHS Pedals, parliamo di un’Azienda snella ma strutturata, profondamente legata alla propria identità americana. La produzione è completamente stanziata negli Stati Uniti: dalle PCB, all’assemblaggio fino al confezionamento, l’intera filiera produttiva si dipana fra Kansas City, la California e il Michigan, mantenendo altissimi gli standard qualitativi di ogni singolo prodotto. Con una gamma estremamente estesa di effetti e utility per chitarra e basso, JHS Pedals ha una delle offerte più complete ed apprezzate del mercato, caratterizzata da semplicità di utilizzo, affidabilità totale e suoni stupendi.

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